MASTOPLASTICA ADDITIVA
La mastoplastica additiva è l’intervento chirurgico per l’aumento volumetrico del seno. Il materiale delle protesi mammarie è il silicone. Le protesi sostanzialmente si dividono in due categorie: quelle rotonde quelle anatomiche; in realtà non esiste la protesi ideale ma esiste la protesi migliore in relazione alle aspettative della paziente e al singolo caso clinico. Affidarsi ad un ultraspecialista è fondamentale per ottimizzare il risultato in termini estetici e di durata nel tempo.
Mastoplastica additiva gallery, prima e dopo.
Durata intervento
da 45 a 120 minuti
Anestesia
Generale
La mastoplastica additiva è un intervento che riesce a dare maggiore volume e migliore forma al seno, attraverso l’inserimento di protesi.
La stragrande maggioranza delle donne che richiede la mastoplastica additiva si sente a disagio a causa di un seno troppo ridotto. La maggior parte di queste donne non desidera seni eccessivamente grandi e vistosi, ma piuttosto vuole apparire “normale” e avere una figura ben proporzionata.
La mastoplastica additiva è l’unico metodo definitivo per ottenere un aumento del volume del seno attraverso l’impianto di protesi mammarie interne.
Ci sono molti brand in commercio di protesi, il Dr. Ernesto Buccheri sceglie sempre impianti con alto supporto scientifico.
La paziente potrà sempre verificare che gli impianti utilizzati siano registrati e tracciati.
Le protesi mammarie di ultima generazione sono garantite a vita per ciò che concerne la rottura, in realtà la garanzia consiste nel rimborso della coppia di protesi qualora si rompa.
Per chi è indicato l’intervento di Mastoplastica Additiva
La mastoplastica additiva è indicata per tutte le donne che vogliono implementare il volume del proprio seno, molte volte l’impianto di protesi aiuta a migliorare anche la forma e posizione delle mammelle. In casi selezionati si può anche ridurre la distanza tra i seni detta distanza intermammaria ed è possibile ottenere una migliore simmetria. Inoltre è possibile modificare la forma e posizione del complesso areola-capezzolo. Il Dottor Buccheri predilige risultati con forma e proiezione dall’aspetto decisamente naturale rispettando sempre le basi anatomiche di partenza.
Durata dell’intervento chirurgico e gestione del ricovero
La durata dell’intervento, varia tra i 45 minuti e le tre ore in merito alla complessità del caso clinico. A seguito di visita specialistica la paziente viene perfettamente edotta circa la tipologia di intervento e viene fatta appunto una stima precisa della durata dell’intervento chirurgico
Il Dott. Buccheri predilige il ricovero ordinario presso le cliniche più accreditate a Roma e Milano. E’ prevista la degenza di una notte in clinica.
La scelta della posizione della protesi
A seguito della prima visita specialistica la paziente viene perfettamente edotta sui vantaggi e svantaggi della scelta di forma volume e posizione della protesi mammaria. Il posizionamento potrà essere nello spazio retro-ghiandolare (la protesi è coperta dalla ghiandola mammaria) nello spazio parzialmente retro-muscolare, detta posizione dual plane (la protesi è coperta al polo superiore dal muscolo grande pettorale e al polo inferiore è coperta dalla ghiandola mammaria). Un’altra possibilità di posizionamento della protesi è il piano retro-fasciale (la protesi è coperta dalla fascia muscolare e dalla ghiandola mammaria)
La scelta della via di accesso chirurgica
Ci sono diverse vie di accesso (incisioni) e quindi cicatrici finali. Le più comuni incisioni sono intorno all’areola (Periareolare), sotto il seno (attraverso la piega sottomammaria) o sotto l’ascella.
La scelta della protesi
Il Dr. Buccheri esamina personalmente ogni singolo caso clinico e valuta quali opzioni favoriscano ciascun paziente. La forma della protesi, rotonda o anatomica viene consigliata dal chirurgo e scelta dal paziente dopo aver perfettamente compreso i limiti e le possibilità di un impianto rispetto ad un altro.
Ci sono molte soluzioni soddisfacenti per lo stesso problema, affidarsi alla scelta del chirurgo è una saggia decisione.
Il seno della paziente ha una caratteristica forma, larghezza, altezza, proiezione e consistenza che deve essere valutata in sede di prima visita specialistica. Lo studio antropometrico esauriente della mammella della paziente consentirà una scelta precisa ed accurata.
La scelta dei volumi sono dettati dal desiderio della paziente e dalle basi anatomiche di partenza.
La scelta del percorso dipenderà da diversi fattori, tra cui il tipo di protesi e le preferenze della paziente.
Richiedi la prima visita specialistica per eseguire la mastoplastica additiva con il Dott. Ernesto Buccheri a Roma e Milano in sicurezza; naturalmente, ci prenderemo cura di te dal primo momento.
Domande frequenti
Il Dr. Buccheri esamina personalmente ogni singolo caso clinico e valuta quali opzioni favoriscano ciascun paziente. La forma della protesi, rotonda o anatomica viene consigliata dal chirurgo e scelta dal paziente dopo aver perfettamente compreso i limiti e le possibilità di un impianto rispetto ad un altro.
Ci sono molte soluzioni soddisfacenti per lo stesso problema, affidarsi alla scelta del chirurgo è una saggia decisione.
Il seno della paziente ha una caratteristica forma, larghezza, altezza, proiezione e consistenza che deve essere valutata in sede di prima visita specialistica. Lo studio antropometrico esauriente della mammella della paziente consentirà una scelta precisa ed accurata.
La scelta dei volumi sono dettati dal desiderio della paziente e dalle basi anatomiche di partenza.
La scelta del percorso dipenderà da diversi fattori, tra cui il tipo di protesi e le preferenze della paziente.
Non è una risposta semplice, perché se un tipo di protesi fosse migliore, nessun chirurgo utilizzerebbe il resto. È una decisione che va valutata a seconda delle circostanze.
Quando la paziente ha caratteristiche normali con torace moderato (cioè ha un seno piccolo) e copertura cutanea normale, è preferibile utilizzare la protesi tonda. Quando è necessario aumentare il polo inferiore, perché la paziente ha poco tessuto mammario o seno tuberoso, a volte è meglio posizionare delle protesi anatomiche. Ma non sempre perché a volte questo risultato si può ottenere con una protesi ad alta proiezione.
A seguito della prima visita specialistica la paziente viene perfettamente edotta sui vantaggi e svantaggi della scelta di forma volume e posizione della protesi mammaria. Il posizionamento potrà essere nello spazio retro-ghiandolare (la protesi è coperta dalla ghiandola mammaria) nello spazio parzialmente retro-muscolare, detta posizione dual plane (la protesi è coperta al polo superiore dal muscolo grande pettorale e al polo inferiore è coperta dalla ghiandola mammaria). Un’altra possibilità di posizionamento della protesi è il piano retro-fasciale (la protesi è coperta dalla fascia muscolare e dalla ghiandola mammaria)
Ci sono diverse vie di accesso (incisioni) e quindi cicatrici finali. Le più comuni incisioni sono intorno all’areola (Periareolare), sotto il seno (attraverso la piega sottomammaria) o sotto l’ascella.
Sebbene la mastoplastica additiva con protesi venga eseguita per ragioni essenzialmente estetiche, si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico, che implica i rischi associati a qualsiasi atto medico, per quanto piccolo sia.
Tecniche, prodotti anestetici e metodi di sorveglianza hanno fatto enormi progressi negli ultimi 20 anni, offrendo una sicurezza ottimale, soprattutto quando l’intervento viene eseguito senza urgenza e in una persona completamente sana. Per quanto riguarda l’atto chirurgico: scegliere un chirurgo plastico qualificato e competente, formato per questo tipo di intervento, limita il più possibile i rischi, senza eliminarli del tutto.
Infezioni, trattate con antibiotici e talvolta con drenaggio chirurgico.
Ematoma, potrebbe essere necessario evacuare.
Cambiamenti nella sensibilità, essenzialmente del capezzolo, ma la normale sensibilità riappare in un periodo da 6 a 8 mesi.
L’evoluzione delle cicatrici non deve essere sempre favorevole e possono esserci cicatrici ipertrofiche e anche cheloidi, di aspetto ed evoluzione imprevedibili che possono compromettere l’aspetto estetico del risultato e richiedere lunghi trattamenti locali specifici.
Sono di tre tipi che variano a seconda della natura del prodotto di riempimento implantare. Questi sono la formazione di pieghe o aspetto ondulato, la produzione di una contrazione capsulare dell’impianto e il rischio di rottura o sgonfiaggio:
Formazione di piega o aspetto ondulato: l’impianto da lisciare non viene mai riempito sotto tensione. Per questo motivo, le pieghe della copertura della protesi possono essere visibili sotto la pelle, producendo così la comparsa di onde, soprattutto nella parte esterna superiore e inferiore del seno. Questo aspetto è più impercettibile nella parte superiore nel caso in cui la protesi sia posizionata in posizione retromuscolare. Questo fenomeno è molto più frequente quando la protesi è riempita con soluzione salina, a maggior ragione se è testurizzata. Ciò espone un rischio ancora maggiore di rottura e sgonfiaggio, dovuto all’usura prematura del rivestimento a livello della piega.
Contrazione capsulare e capsula fibrosa: si verifica sempre la formazione di una capsula fibrosa attorno all’impianto. Si tratta di una normale reazione dell’organismo che produce una sorta di membrana attorno a qualsiasi corpo estraneo per isolarlo e proteggersi (“membrana o capsula di esclusione”). In certi casi, questa membrana ha un’evoluzione sfavorevole paragonabile ai cheloidi cutanei: diventa troppo spessa, si ritrae e forma una vera e propria capsula fibrosa attorno all’impianto. Questa è la contrazione capsulare. Si distinguono quattro stadi di durezza, che vanno dal normale aspetto non rilevabile, alle forme gravi di capsula con seno duro, rotondo, fisso e talvolta doloroso.
La frequenza di questa complicanza non può essere stimata globalmente in quanto varia a seconda dell’indicazione, del tipo di protesi e della tecnica operatoria.
Questa complicanza è più frequente nel caso di una protesi riempita di gel di silicone. La capsula non aumenta il rischio di rottura ma la espone ad una complicazione estetica. L’intervento chirurgico può correggere questa complicanza sezionando la capsula (capsulotomia).
Rottura e sgonfiaggio: Questo tipo di incidente si verifica a seguito di un’alterazione del rivestimento della protesi, cioè del continente (elastomero siliconico). Il fenomeno della porosità, o apertura puntiforme o vero e proprio gap può essere la causa e manifestarsi come conseguenza di un trauma violento, un difetto di fabbricazione, ma soprattutto dovuto all’età della protesi (effetto d’uso).
Lo sgonfiaggio nelle protesi contenenti soluzione salina può essere un problema di perdite dalla valvola di riempimento. Questo tipo di protesi ha uno sgonfiaggio totale o parziale rapido. Se si tratta di una protesi riempita di gel di silicone, il gel rimane all’interno del rivestimento fibroso che circonda l’impianto (perdita intracapsulare). La fuga quindi non ha ripercussioni cliniche. Tuttavia, l’essudato intracapsulare può favorire la comparsa di una capsula periprotesica.
Meno comunemente, in caso di grave breccia correlata a trauma violento o puntura d’ago, il gel fuoriesce oltre la capsula fibrosa (rottura extracapsulare). In piccole quantità, il gel può causare la comparsa di un granuloma o di un corpo estraneo sotto forma di nodulo (siliconoma). In caso di rottura capsulare significativa (trauma), il gel si diffonde ai tessuti vicini, il seno assume una consistenza molto morbida e possono verificarsi reazioni infiammatorie: in questi casi è necessario l’impianto chirurgico.
È possibile che la cicatrice abbia un’evoluzione anormale, ispessita o sfuggente. Sono possibili anche dolore al seno e alterazioni della sensibilità del capezzolo, mentre l’insoddisfazione per il risultato estetico può portare a un re-intervento o ad un intervento chirurgico secondario.
Il periodo post-operatorio è generalmente semplice, tuttavia possono verificarsi complicazioni, alcune inerenti agli interventi al seno e altre legate all’impianto di un corpo estraneo nella mammella: i rischi specifici delle protesi mammarie.
Se nel processo di inserimento delle protesi mammarie vengono rispettati i dotti che collegano la ghiandola mammaria attraverso il capezzolo con l’esterno, l’allattamento al seno non viene interrotto.
Si consiglia alla paziente di sottoporsi all’intervento chirurgico 6 mesi dopo l’interruzione dell’allattamento, in modo che la mammella non sia infiammata, non sia attiva e il tasso di complicanze della contrattura capsulare diminuisca.
La relazione tra cancro al seno e protesi è stata studiata senza rivelare alcun legame tra i due e l’impianto di una protesi mammaria non aumenta affatto il rischio di cancro al seno. I chirurghi nei centri oncologici utilizzano spesso protesi mammarie nella chirurgia ricostruttiva.
Considerando che la protesi si trova dietro la ghiandola mammaria, il monitoraggio clinico è semplice. La presenza di un impianto può modificare la capacità dei raggi X di rilevare il cancro al seno. Le pazienti con protesi mammarie devono specificarlo al radiologo affinché possa utilizzare metodiche specifiche e adattate (ecografia, mammografia digitale).
Le protesi mammarie riempite di gel di silicone sono state accusate di scatenare malattie autoimmuni in alcuni pazienti. Oggi, il corpo del lavoro scientifico in questo senso ha fornito la prova che non vi è un aumento significativo del rischio di malattie autoimmuni nelle donne con protesi mammarie e in particolare quelle riempite di gel di silicone.
A volte è probabile che l’aumento del seno sia associato ad altri interventi legati al miglioramento dell’estetica del seno.
Ad esempio: lifting del seno, riduzione delle dimensioni dell’areola, seno tuberoso (richiede l’applicazione di più tecniche oltre alla protesi mammaria). In aggiunta è possibile anche considerare un intervento di mommy make-over, che mira a ripristinare l’intera figura della donna successivamente al parto.
È necessario sottoporsi a visite post-operatorie a seconda della prescrizione del chirurgo. Successivamente la presenza di una protesi mammaria non implica esami aggiuntivi alla consueta sorveglianza medica ma è fondamentale specificare al medico di avere una protesi mammaria. In caso di modificazione di una mammella (indurimento o al contrario rammollimento) è d’obbligo consultare un medico (ginecologo, chirurgo) che saprà giudicare se è necessario ricorrere ad un esame radiologico o ecografico. In sintesi, i rischi non devono essere esagerati, ma semplicemente essere consapevoli che un intervento chirurgico, anche apparentemente semplice, coinvolge sempre una piccola parte casuale.
L’utilizzo di un chirurgo plastico qualificato garantisce che lui o lei abbia la formazione e la competenza necessarie per prevenire queste complicazioni o trattarle efficacemente in caso contrario.
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