La visita preoperatoria, scelta del piano anatomico di impianto e la tipologia di protesi mammarie

L’aumento del seno è uno degli interventi di chirurgia plastica più richiesti dalle donne. Tuttavia, molte pazienti sono indecise se ricorrere alla mastoplastica additiva sottomuscolare o sottoghiandolare.

Le protesi mammarie possono infatti essere impiantate sotto la ghiandola mammaria o più profondamente, sotto al muscolo pettorale (dual plane). 

Scegliere la migliore tecnica chirurgica per il proprio seno e la migliore protesi adatta alla propria conformazione fisica determina una buona parte del risultato.

La scelta del piano di impianto mammario dipende da numerevoli fattori, primo tra tutti la base anatomica di partenza, sicuramente la scelta del tipo di chirurgia ovvero la migliore tecnica di impianto è appannaggio del chirurgo ed è in relazione alla anatomia di partenza.

Le protesi vengono scelte in relazione a delle misurazioni antropometriche relative all’anatomia di partenza e in relazione al desiderio della paziente, che va sempre rispettato.

Nella fase preoperatoria si può far scegliere alla paziente, nei limiti della propria anatomia, la forma e il volume della protesi.

Come? Attraverso il morphing preoperatorio. A tal riguardo divido sempre la mia prima visita specialistica in due step:

  • La prima visita: si spiegano alla paziente i limiti della chirurgia, che cosa vuol dire avere una protesi mammaria nel breve, medio e lungo termine; quali sono i possibili rischi e le possibili complicanze relative all’impianto di una protesi mammaria; come viene gestita la chirurgia, il regime di ricovero ospedaliero e su come si deve comportare la paziente nel post operatorio.
  • La seconda visita specialistica preoperatoria: si esegue il morphing, ovvero la prova delle protesi. La paziente davanti allo specchio indossa un corpetto dove all’interno vengono inserite protesi di prova esterne, “sizers” e può visualizzare il proprio risultato estetico con un’affidabilità e corrispondenza alla realtà molto accurata. Infine, insieme alla paziente si decide se avere un volume lievemente maggiore o minore in merito a quello che è una proiezione del risultato. 

Tutto questo è possibile grazie al morphing, un sistema molto affidabile di visualizzazione tridimensionale del seno con protesi esterne fedele a quello che è poi la realtà che si va a realizzare in chirurgia con le protesi definitive.

Diverse tipologie di protesi: rotonde o anatomiche?

  • Protesi rotonde: sono spesso utilizzate nelle donne che hanno la necessità o il desiderio di riempire il polo superiore.
  • Protesi anatomiche: vengono spesso utilizzate per correggere la diatanza ridotta che intercorre tra il complesso areola capezzolo e il solco sotto-mammario, in quanto la loro forma a goccia tende a portare l’areola più in alto rispetto alla posizione naturale. Sono protesi inoltre a conformazione naturale e mimano il cono mammario nella sua caratteristica forma.

Che tipo di proiezioni protesiche esistono?

La proiezione della protesi determinerá la forma che verrá donata alla mammella vista da una prospettiva laterale, di profilo. Generalmente il profilo delle protesi mammarie può essere basso, medio o alto e in base a queste misure varia la proiezione del seno all’esterno. Un profilo basso porterà ad una proiezione minima, quello medio a una proiezione del cono mammario discreta e il profilo alto ad una proiezione considerevole.

Le protesi che prediligo:

  • Mentor (Johnson & Johnson): coniuga l’innovazione scientifica ai bisogni della paziente soddisfando rigorosi standard di controllo qualità ed è conforme a varie norme ISO (International Organization for Standardization) che hanno lo scopo di garantire qualità, sicurezza e affidabilità.
  • B-Lite (Polytech): sono delle protesi rivoluzionarie nel campo della chirurgia ricostruttiva ed estetica mammaria.
    Sono state sviluppate per ridurre il peso delle normali protesi in gel di silicone applicando un’innovativa tecnologia usata in ingegneria spaziale per fornire senso di pienezza, forma ed aspetto naturale. A parità di volume, queste protesi a base di gel di silicone e borosilicato, pesano il 30% in meno rispetto a quelle abitualmente utilizzate.

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